Il dentifricio, insieme allo spazzolino, è finalizzato alla pulizia e alla salute dei denti.
La definizione di dentifricio riporta, infatti, “sostanze o combinazioni di sostanze di derivazione cosmetica appositamente approntate per la popolazione per pulire le superfici accessibili dei denti”.
Cosa contiene il dentifricio?
Tradizionalmente il dentifricio si presenta come una crema (detta anche pasta dentifricia) ma viene commercializzato anche in forma di gel o con composizioni miste. Ma cosa contiene esattamente il dentifricio?
I principali componenti di una pasta base dentifricia sono:
- umettanti quali glicerina e polisaccaridi. Regolano la viscosità della formulazione e le conferiscono un aspetto gradevole, prevenendo inoltre la degradazione microbica;
- leganti come silice, gomme, derivati della cellulosa e polimeri. Stabilizzano la preparazione durante il tempo di conservazione, influenzando l’azione delle sostanze attive, la durata di conservazione e le proprietà organolettiche;
- abrasivi di diverso tipo: silice, allumina, carbonati e fosfati, resine acriliche, solfato di calcio, idrossido di magnesio. Hanno la funzione fondamentale di rimuovere detriti e placca ed eliminare eventuali pigmentazioni lievi e transitorie dai denti senza arrecare danni a denti e gengive. Esistono degli appositi indici di abrasività per un utilizzo mirato di un prodotto: ad esempio un soggetto con cemento o dentina esposte o in cura dentale dovrebbe orientarsi su dentifrici a bassa abrasività;
- surfattanti che possono essere di tre tipi: anionici (azione schiumogena, emulsionante, antibatterica), cationici (azione antibatterica), non ionici (dispersione degli aromatizzanti);
- aromatizzanti come gli olii essenziali (menta, cinnamomo…), edulcoranti (sorbitolo, mannitolo, xilitolo il quale possiede anche proprietà acariogene) e coloranti: rendono gradevole il gusto e il colore del dentifricio e rinfrescano la bocca.
A tali sostanze possono poi essere aggiunti uno o più componenti funzionali dotati di specifiche attività. La presenza o meno di uno o più di questi componenti permette di offrire vantaggi specifici, oltre alla pulizia dei denti.
Tipologie di dentifricio
Il fluoro è il principale agente mineralizzante presente in natura e svolge un’azione sia sullo smalto in formazione, tramite assunzione orale (prima dell’eruzione dentaria), che sui denti già spuntati mediante applicazione locale.
Il fluoro interagisce col processo carioso a 3 livelli:
- diminuisce l’adesione dei batteri al dente
- ha attività batteriostatica
- dopo l’attacco acido concorre a remineralizzare lo smalto.
A base di agenti ossigenanti come perossidi e perborati: questi dentifrici possiedono una certa attività antibatterica, ma vanno assunti nelle giuste quantità e solo per un periodo di tempo limitato.
Sali metallici (cloruri o citrati di zinco, rame e stagno) con attività antibatterica, effetto chelante sul tartaro e proprietà astringenti. Hanno sapore metallico e non possono essere utilizzati in combinazione con la clorexidina.
Le sostanze desensibilizzanti agiscono sui tubuli di dentina scoperta tramite deposizione di sostanze mineralizzate. I più utilizzati sono: cloruro di stronzio, citrato di sodio, nitrato di potassio, fluoruro stannoso concentrato. I gel al fluoro, oltre che per la prevenzione della carie, sono utili per l’ipersensibilità dentale.
I prodotti antitartaro hanno azione fisica (abrasiva) e chimica (chelante), allo scopo di impedire la precipitazione dei sali di calcio sulla placca. A questo scopo vengono utilizzati principalmente abrasivi e pirofosfati.
I prodotti sbiancanti sono composti da diversi ingredienti: perossido di carbamide/perossido di idrogeno, licheni combinati a sali fluoridrici, Aloe vera, argilla bianca, sali minerali attivi e bicarbonato o altre sostanze abrasive (silice, resine…). I più recenti si basano sull’azione combinata di tetrapotassio e sodio sorbitolo.
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